Croce Verde Bosisio ricorda la pandemia, tra paure e rischi
Sono trascorsi cinque anni dal momento storico che ha segnato le nostre esistenze: la pandemia di Sars-CoV-2, su scala italiana e globale. Croce Verde Bosisio A.P., associazione di pubblica assistenza che tanto si è adoperata in quei mesi di confusione e paura vivendo in presa diretta quello che stava accadendo, ha ricordato con un post sui social quanto ancora oggi non si può dimenticare. ''Chi ha vissuto in prima linea quel periodo non se lo scorderà mai'' conferma Filippo Buraschi, presidente del sodalizio costituito nel 1970 che ci aveva rilasciato un’intervista nei mesi cruciali.
La data simbolo della pandemia per l’Italia è appunto il 21 febbraio 2020. In quel giorno è stato identificato il primo caso di Covid-19: un 38enne di Codogno (provincia di Lodi), rientrato qualche settimana prima dalla Cina e ricoverato all’ospedale di Codogno risultando positivo al Coronavirus, è stato denominato il "paziente zero". Da quel momento, la pandemia ha preso piede in Italia con un impatto devastante: in quel mese si sono registrati altri casi a livello nazionale, e sono stati individuati i focolai di Vo' Euganeo (Padova) e Bergamo. In provincia di Lecco il primo caso si verificò il 26 febbraio con la conferma del ricovero - avvenuto il giorno precedente all’ospedale Manzoni - di un trentenne di Cassago Brianza. Da quel giorno, ci siamo confrontanti con la pandemia sul nostro territorio.
Stante la situazione critica e preoccupante che si andava configurando, le autorità decisero di mettere in isolamento alcune aree, creando una sorta di ''zona rossa'': su tutti, la città di Codogno e i comuni limitrofi, divenuti tristemente simbolo di quel periodo. Il 9 marzo 2020, Il governo italiano impose il lockdown a livello nazionale, con una serie di restrizioni severe, tra cui il divieto di spostamenti se non per motivi urgenti: vennero chiuse scuole, università e tutte le attività non essenziali. Intanto, la curva dei contagi cresce in modo esponenziale. Ad aprile si registrò la fase critica e la pressione ospedaliera. Il sistema sanitario era sotto enorme stress, soprattutto in Lombardia, dove le terapie intensive erano al collasso. A Bergamo, l'ospedale era sovraccarico: le immagini dei camion militari che trasportano bare fuori dalla città sono state uno dei simboli tragici di quella fase e sono state riprese dai principali quotidiani nazionali. A maggio, con una situazione che iniziava a stabilizzarsi, il governo iniziò a pianificare una graduale riapertura. In provincia di Lecco vennero registrati complessivamente 134.798 casi di positività al Covid-19, pari a circa il 40% della popolazione.
In autunno esplose la seconda ondata di contagi che comportò nuove restrizioni e il coprifuoco, ma è solo a dicembre che si intravidero i primi spiragli di speranza. Venne infatti lanciata la campagna di vaccinazione anti-Covid, prima con il vaccino Pfizer-BioNTech, a cui si sono poi aggiunti quelli di altre case farmaceutiche. Bisognerà aspettare fino a marzo 2022 per assistere all’abolizione di molte restrizioni: questo accadde grazie al successo della campagna vaccinale, anche se rimanevano in vigore l'uso della mascherina e il Green Pass, che fino a quel momento era stato obbligatorio per l'accesso a luoghi pubblici come ristoranti e stadi. Solo a partire dal 2023, l'Italia iniziò a trattare il Covid-19 (diffuso poi attraverso numerose varianti) come una malattia endemica, con meno restrizioni e maggiore enfasi sulla gestione delle varianti.
Il percorso pandemico in Italia è stato segnato da drammatiche difficoltà iniziali, ma anche da una straordinaria risposta sanitaria, scientifica e sociale, che ha incluso la produzione di vaccini, la cura dei malati e la solidarietà tra la popolazione con significative espressioni che anche sul nostro territorio.
A livello globale, fino a oggi sono stati confermati circa 760 milioni di casi di infezione da Covid-19 e oltre 6,8 milioni di morti. La pandemia ha attraversato diverse ondate globali, con il picco di contagi iniziale tra la fine del 2019 e il 2020, seguito da una seconda e terza ondata durante la fine del 2020 e la metà del 2021. A partire dal 2022, con l'introduzione dei vaccini, la situazione è migliorata, ma le varianti hanno continuato a influenzare il numero di casi e decessi. Nel 2024, il Covid-19 è ancora una minaccia in alcune aree, ma l'adozione di vaccini, farmaci antivirali e misure di salute pubblica ha notevolmente ridotto l'impatto diretto della malattia.
L’esperienza vissuta sul campo, tra le tante, è quella dei volontari di Croce Verde che, prima prestare servizio, erano costretti a indossare una tuta bianca sopra la divisa d’ordinanza per evitare il contagio. ''Resteranno nella mente i pazienti tutti uguali, con gli stessi sintomi di affanno e difficoltà a respirare, la vestizione con quella maledetta tuta-tre paia di guanti-occhialoni, le attese infinite in ospedale aspettando un posto libero, l’impossibilità di creare empatia con i pazienti e con i loro famigliari perché completamente avvolti nel tutone da palombari, la paura dei malati di essere ricoverati perché c’era il rischio di non vedere più i propri affetti, il nostro timore di portare il virus a casa'' prosegue Buraschi.
In quei mesi, è stato fondamentale anche l’apporto del reparto di protezione civile che ha consegnato la spesa, i pasti e altri generi di prima necessità alle persone in quarantena o impossibilitate a muoversi.
Nei primi mesi della pandemia, le due ambulanze di emergenza urgenza di Croce Verde hanno svolto più di 70 missioni, percorrendo complessivamente 22.140 chilometri. Oggi rievocano quei momenti: ''Sono passati cinque anni dal "paziente zero" di Codogno, dalla prima zona rossa e dall'inizio della pandemia Covid. Quei mesi resteranno sempre impressi nella mente e nel cuore dei nostri volontari, dei nostri dipendenti e di tutti coloro che hanno lavorato in prima linea per fronteggiare l'emergenza. Le emozioni vissute, la paura ed il senso di impotenza di fronte ad una situazione alla quale nessuno era preparato, contro un nemico subdolo ed invisibile. "Ce la faremo", ci dicevamo allora...E ce l’abbiamo fatta, pagando però un prezzo molto alto. Ringraziando tutti quelli che ci sono stati, in memoria di tutti quelli che non ci sono più''.
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M.Mau.