Casatenovo: posata la pietra di inciampo alla memoria del partigiano Edoardo Villa
Anche Casatenovo ha ricordato l'ottantesimo anniversario della Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo. Nel pomeriggio di oggi, venerdì 25 aprile, l'amministrazione comunale ha accolto cittadini e non in sala consiliare, per una cerimonia finalizzata alla posa di una pietra di inciampo alla memoria del partigiano Edoardo Villa.

Casatesi, giovani e anziani, volontari delle diverse associazioni del territorio e alpini: un pubblico variegato, una cittadinanza consapevole, responsabile e con gli occhi ben aperti sulla storia e sulla contemporaneità, si è accomodato sulle numerose sedie disposte in sala, davanti al sindaco Filippo Galbiati, all’assessore alla cultura Gaia Riva, a Eugenio Pirovano e Gabriele Fontana, appassionati di storia della Resistenza, presenti al tavolo insieme al parroco don Massimo Santambrogio e al luogotenente Christian Cucciniello, comandante della locale stazione dei Carabinieri.

''Siamo qui in comune oggi, in un comune che vuole essere casa dei cittadini, per ricordare che prima del 25 aprile 1945 la libertà non c'era'' ha esordito così Gaia Riva, dando il benvenuto al numeroso pubblico intervenuto. ''La libertà di espressione, le libere elezioni, la libertà di associazione non c’erano prima del 25 aprile 1945. E' importante che gli ideali della liberazione continuino a camminare, a procedere, ricordandoci sempre, come ha detto Sergio Mattarella, che il 25 aprile è la giornata fondante della nostra Repubblica''.

''In questo anniversario così importante per il nostro Paese - ha detto invece il sindaco Filippo Galbiati - le parole devono essere adeguate: a chi avrebbero voluto dedicare questa giornata i partigiani? Ai cittadini italiani che oggi non festeggiano, a coloro che negano la fonte della libertà che è stata loro donata. Con questi cittadini che abitano le nostre città dobbiamo sforzarci di dialogare, di dimostrare che chi lotta per la libertà di tutti lotta anche per loro, per mantenere la promessa sulla quale si fonda la nostra Costituzione. Soffermiamoci oggi sulla consapevolezza che oggi c'è anche chi non riconosce la fonte della libertà e auguriamoci sinceramente che fra un anno, fra cinque, fra una generazione possano farlo''.

Galbiati ha poi ricordato di non aver mai partecipato a un 25 aprile che coincidesse con un lutto nazionale come quello che stiamo vivendo in questi giorni. ''Che il ricordo di Papa Francesco possa amplificare i valori di questo giorno, non attutirli. Le sue parole di pace, di dialogo, di attenzione ai poveri emarginati, ai migranti corrispondono ai valori che oggi celebriamo. E’ un lutto che rende più bello il venticinque aprile, nel merito di ciò che stiamo vivendo e celebrando''.
L'intervento del primo cittadino si è poi rivolto alla presenza delle donne nella Resistenza e al ruolo dell’Europa, dove sono stati innestati i valori democratici, il luogo migliore dove essi possono crescere.

Eugenio Pirovano di ANPI, occupatosi insieme a Gabriele Fontana, dell'approfondimento storico sulla figura di Edoardo Villa (ne avevamo parlato QUI), ha poi pronunciato parole importanti. ''Oggi, davanti ai tentativi di delegittimazione della Resistenza, ai tentativi di rilettura del ventennio fascista da parte della destra che ci governa, in questi giorni in cui gli spazi di democrazia vengono erosi continuamente, dove assistiamo alla criminalizzazione del diverso, alla concentrazione del potere nell'esecutivo, al perpetrarsi di relazioni con gruppi di associazione dichiaratamente non antifascisti. Davanti a tutto questo, noi oggi, noi di ANPI e noi cittadini ci interroghiamo sulla salvaguardia dei valori della nostra Costituzione. Manteniamo alti quei valori, manteniamoci liberi''.

Gabriele Fontana ha poi rievocato con precisione la figura di Edoardo Villa, un partigiano di Rogoredo, ripercorrendo le storie dei numerosi giovani dei paesi brianzoli che dopo essersi arruolati come soldati hanno disertato e si sono nascosti sulle montagne, dove è avvenuto il cambiamento. ''Chi saliva in montagna non era ancora qualcosa'' ha detto Fontana. ''Chi poi è sceso è diventato partigiano. Lì i comunisti, i disertori, gli obiettori, chi si era nascosto, è diventato in montagna partigiano. Lì ha combattuto la Resistenza''.

Anche il parroco don Massimo Santambrogio ha voluto esprimere un pensiero in questa importante ricorrenza, ricordando con profonda nostalgia il momento in cui la festa della Liberazione era una mobilitazione cittadina. ''Quell'aria di festa, di libertà di quei giorni è molto lontana. In questo contesto particolare, di fronte a un evento che riguarda il mondo, nell'anno del Giubileo chiamato della speranza, che è virtù cristiana ma anche laica, in quanto è ciò che ci muove in un futuro che diviene ogni giorno più possibile, teniamo alta la vigilanza: stiamo attenti a non consegnare tutto questo all'uomo forte di turno''.

Il luogotenente Christian Cucciniello infine, ha portato un breve saluto evidenziando il ruolo dell’Arma dei Carabinieri, sempre al servizio dei cittadini, in osservanza dei valori costituzionali.

Ad arricchire il pomeriggio anche la lettura di una poesia, momento affidato a Filippo Ughi di Piccoli Idilli, realtà teatrale con sede in Villa Mariani che, con poche, calibrate, evocative parole, ha riportato in vita gli ormai vecchi partigiani, fratturati in un mondo dove il nemico è tutti, dove ognuno sta sulla propria frontiera, dove ''la nostra guerra non è mai finita''.

La sala consiliare si è successivamente svuotata: ragazzi, alpini, volontari, cittadini con i parenti di Edoardo Villa si sono diretti verso il monumento ai caduti, dove gli Alpini hanno aiutato i familiari del partigiano di Rogoredo a posizionare la pietra di inciampo.

Sulle note di ''Bella Ciao'' si è conclusa la cerimonia ufficiale, che poi è proseguita alla Colombina dove l’associazione Rifugio e altre associazioni hanno organizzato un pomeriggio di letture e interventi, poi una cena antifascista e infine un concerto per celebrare il 25 aprile.

Un'immagine della sala consiliare gremita
Casatesi, giovani e anziani, volontari delle diverse associazioni del territorio e alpini: un pubblico variegato, una cittadinanza consapevole, responsabile e con gli occhi ben aperti sulla storia e sulla contemporaneità, si è accomodato sulle numerose sedie disposte in sala, davanti al sindaco Filippo Galbiati, all’assessore alla cultura Gaia Riva, a Eugenio Pirovano e Gabriele Fontana, appassionati di storia della Resistenza, presenti al tavolo insieme al parroco don Massimo Santambrogio e al luogotenente Christian Cucciniello, comandante della locale stazione dei Carabinieri.

A destra l'assessore Gaia Riva
''Siamo qui in comune oggi, in un comune che vuole essere casa dei cittadini, per ricordare che prima del 25 aprile 1945 la libertà non c'era'' ha esordito così Gaia Riva, dando il benvenuto al numeroso pubblico intervenuto. ''La libertà di espressione, le libere elezioni, la libertà di associazione non c’erano prima del 25 aprile 1945. E' importante che gli ideali della liberazione continuino a camminare, a procedere, ricordandoci sempre, come ha detto Sergio Mattarella, che il 25 aprile è la giornata fondante della nostra Repubblica''.

''In questo anniversario così importante per il nostro Paese - ha detto invece il sindaco Filippo Galbiati - le parole devono essere adeguate: a chi avrebbero voluto dedicare questa giornata i partigiani? Ai cittadini italiani che oggi non festeggiano, a coloro che negano la fonte della libertà che è stata loro donata. Con questi cittadini che abitano le nostre città dobbiamo sforzarci di dialogare, di dimostrare che chi lotta per la libertà di tutti lotta anche per loro, per mantenere la promessa sulla quale si fonda la nostra Costituzione. Soffermiamoci oggi sulla consapevolezza che oggi c'è anche chi non riconosce la fonte della libertà e auguriamoci sinceramente che fra un anno, fra cinque, fra una generazione possano farlo''.

Da sinistra il parroco don Massimo, Eugenio Pirovano, il sindaco Filippo Galbiati e Gabriele Fontana
Galbiati ha poi ricordato di non aver mai partecipato a un 25 aprile che coincidesse con un lutto nazionale come quello che stiamo vivendo in questi giorni. ''Che il ricordo di Papa Francesco possa amplificare i valori di questo giorno, non attutirli. Le sue parole di pace, di dialogo, di attenzione ai poveri emarginati, ai migranti corrispondono ai valori che oggi celebriamo. E’ un lutto che rende più bello il venticinque aprile, nel merito di ciò che stiamo vivendo e celebrando''.
L'intervento del primo cittadino si è poi rivolto alla presenza delle donne nella Resistenza e al ruolo dell’Europa, dove sono stati innestati i valori democratici, il luogo migliore dove essi possono crescere.

A sinistra Filippo Ughi di Piccoli Idilli
Eugenio Pirovano di ANPI, occupatosi insieme a Gabriele Fontana, dell'approfondimento storico sulla figura di Edoardo Villa (ne avevamo parlato QUI), ha poi pronunciato parole importanti. ''Oggi, davanti ai tentativi di delegittimazione della Resistenza, ai tentativi di rilettura del ventennio fascista da parte della destra che ci governa, in questi giorni in cui gli spazi di democrazia vengono erosi continuamente, dove assistiamo alla criminalizzazione del diverso, alla concentrazione del potere nell'esecutivo, al perpetrarsi di relazioni con gruppi di associazione dichiaratamente non antifascisti. Davanti a tutto questo, noi oggi, noi di ANPI e noi cittadini ci interroghiamo sulla salvaguardia dei valori della nostra Costituzione. Manteniamo alti quei valori, manteniamoci liberi''.

Gabriele Fontana ha poi rievocato con precisione la figura di Edoardo Villa, un partigiano di Rogoredo, ripercorrendo le storie dei numerosi giovani dei paesi brianzoli che dopo essersi arruolati come soldati hanno disertato e si sono nascosti sulle montagne, dove è avvenuto il cambiamento. ''Chi saliva in montagna non era ancora qualcosa'' ha detto Fontana. ''Chi poi è sceso è diventato partigiano. Lì i comunisti, i disertori, gli obiettori, chi si era nascosto, è diventato in montagna partigiano. Lì ha combattuto la Resistenza''.

La posa della pietra di inciampo
Anche il parroco don Massimo Santambrogio ha voluto esprimere un pensiero in questa importante ricorrenza, ricordando con profonda nostalgia il momento in cui la festa della Liberazione era una mobilitazione cittadina. ''Quell'aria di festa, di libertà di quei giorni è molto lontana. In questo contesto particolare, di fronte a un evento che riguarda il mondo, nell'anno del Giubileo chiamato della speranza, che è virtù cristiana ma anche laica, in quanto è ciò che ci muove in un futuro che diviene ogni giorno più possibile, teniamo alta la vigilanza: stiamo attenti a non consegnare tutto questo all'uomo forte di turno''.

Il luogotenente Christian Cucciniello infine, ha portato un breve saluto evidenziando il ruolo dell’Arma dei Carabinieri, sempre al servizio dei cittadini, in osservanza dei valori costituzionali.

Ad arricchire il pomeriggio anche la lettura di una poesia, momento affidato a Filippo Ughi di Piccoli Idilli, realtà teatrale con sede in Villa Mariani che, con poche, calibrate, evocative parole, ha riportato in vita gli ormai vecchi partigiani, fratturati in un mondo dove il nemico è tutti, dove ognuno sta sulla propria frontiera, dove ''la nostra guerra non è mai finita''.

La sala consiliare si è successivamente svuotata: ragazzi, alpini, volontari, cittadini con i parenti di Edoardo Villa si sono diretti verso il monumento ai caduti, dove gli Alpini hanno aiutato i familiari del partigiano di Rogoredo a posizionare la pietra di inciampo.

Sulle note di ''Bella Ciao'' si è conclusa la cerimonia ufficiale, che poi è proseguita alla Colombina dove l’associazione Rifugio e altre associazioni hanno organizzato un pomeriggio di letture e interventi, poi una cena antifascista e infine un concerto per celebrare il 25 aprile.
L.F.